Made in Italy: esportazioni record sui mercati orientali e USA

Una recente ricerca di Confartigianato ha mostrato come , contrariamente allo scenario del mercato interno italiano, l'export Made in Italy goda di buona salute soprattutto in Cina, Giappone e USA.

Il 2016, in particolare, sembra essere stato un anno estremamente positivo, con crescite delle esportazioni a due cifre: il mercato cinese ha segnato un +14,5% nel trimestre settembre-novembre 2016, quello giapponese un +13,1%, mentre quello USA un +8.

Tali dati sono da considerare molto positivi se si prende a riferimento il contesto mondiale, dove secondo le ultime indicazioni pubblicate dal Fondo Monetario Internazionale il commercio mondiale nel 2016 è rimasto al palo: 1,9%, in calo rispetto al +2,7% del 201, sebbene nel 2017 ci si aspetta una generale ripresa delle transazioni sui mercati mondiali (+3,8%).

Da un’analisi più approfondita della situazione italiana è possibile cogliere elementi di maggior dettaglio, che le nostre imprese possono prendere a riferimento per pianificare strategia commerciali di internazionalizzazione.

Ecco, quindi, gli ulteriori dati riportati nel rapporto di Confartigianato.

In Italia negli ultimi mesi del 2016 si è registrato un aumento congiunturale delle esportazioni (a novembre +2,2%) e tendenziale (+0,7%), trainato dalle vendite verso i mercati extra UE (+3,4% e -1,7%) e in misura minore da quelle verso l’area UE (+1,2%, +2,7%).

Considerando i primi 11 mesi dell’anno 2016 l’export è cresciuto soprattutto con riferimento ai mercati di Giappone (+9,8%), Repubblica ceca (+6,5%), Spagna (+5,9%), Cina (+5,0%), Germania (+3,3%), Francia (+2,6%), Austria (+2,4%) e Paesi Bassi (+2,2%).

Nello scenario globale gli Stati Uniti rappresentano il terzo mercato di sbocco per le esportazioni italiane, dopo Germania e Francia.

L’Italia, in particolare, è il primo paese fornitore europeo degli USA per prodotti realizzati nei settori a maggior concentrazione di PMI. L’export costituito dal Made in Italy verso gli USA cumulato negli ultimi dodici mesi è ai massimi storici con vendite per circa 37 milioni di euro, pari al 2,19% del PIL, contro il 2,16% del 2015 e il 2,12% del 2000.

Una tendenza, dunque, in crescita e che dimostra come imprese sufficientemente strutturate e dotate dei giusti strumenti possano ottenere risultati positivi anche di fronte ad un mercato interno in stagnazione.

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